Milo Manara

Fumettista

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Milo Manara (Luson, 1945) è uno dei fumettisti italiani più rinomati a livello globale, apprezzato sia per lo stile impeccabile sia per la sensualità delle sue protagoniste, caratterizzate da un erotismo giocoso e disinvolto, diventato un tratto distintivo della sua arte nel corso degli anni. Dopo il debutto nel 1969, la consacrazione di Manara arriva negli anni ’70 con opere come “Lo Scimmiotto” e soprattutto “H.P. e Giuseppe Bergman” del 1978, dove per la prima volta cura personalmente i testi. Da allora, la sua carriera decolla e si estende tra l’Italia e la Francia. Nel 1979 pubblica “L’uomo delle nevi” e nel 1980 continua con “Giuseppe Bergman”. Il 1982 lo vede impegnato nel western “Quattro dita”. Nel 1983 collabora con Hugo Pratt in “Tutto ricominciò con un’estate indiana”. Con “Il Gioco” del 1982, l’erotismo diventa un tema centrale della sua produzione, seguito da opere come “Il profumo dell’invisibile” (1986) e “Candid Camera” (1988), con l’introduzione del personaggio Miele. Adatta anche un soggetto di Federico Fellini in “Viaggio a Tulum” (1989). Negli anni successivi, continua la sua collaborazione con Pratt e Fellini, pubblicando opere come “El Gaucho” (1991) e “Il viaggio di G. Mastorna detto Fernet” (1992). Nel nuovo millennio, ritorna stabilmente ai fumetti con opere come “Tre ragazze nella rete”, “Fuga da Piranesi” e “Quarantasei”, con protagonista Valentino Rossi. Ha collaborato anche con autori internazionali come Jodorowsky, Neil Gaiman e Chris Claremont. La sua opera più recente è “Caravaggio – La Tavolozza e la Spada”, prima parte di una biografia su Michelangelo Merisi.